domenica 30 dicembre 2012

Risoluzione del Coordinamento nazionale di Sinistra Critica sulle liste del movimento arancione

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1. L’assemblea del 22 dicembre al teatro Quirino di “Cambiare si può” ha chiuso una serie di assemblee locali, svoltesi nel fine settimana precedente, in cui sono state espresse le speranze per un progetto nuovo, programmaticamente ancorato a sinistra e fondato su modalità nuove di costruzione delle liste e nettamente distinto dal centrosinistra.
Queste richieste e proposte si sono scontrate con l’operazione di De Magistris e Ingroia (sostenuta in particolare da IDV e PdCI, con l’assenso di Rifondazione e Verdi), finalizzata ad sussumere nel loro progetto quanti si sono mobilitati intorno a «Cambiare si può».
Come in altre occasioni le assemblee di base sono il luogo di una sensibilità a sinistra, ma poi le decisioni di fondo di segno moderato vengono prese in ambiti più ristretti dai gruppi dirigenti.
Così l’assemblea, al di là della richiesta di alcune correzioni programmatiche, non ha avuto la forza di chiarire i nodi fondamentali di una possibile presenza alle elezioni davvero alternativa al centrosinistra, prima e soprattutto dopo le elezioni.
Questa situazione è stata determinata prevalentemente dall’invasione di campo, sul piano del metodo e dei contenuti politici, della candidatura di Ingroia e dal ruolo dei partiti. Questi due fattori accentuano le ambiguità attuali; il ruolo leaderistico di Ingroia e del suo “decalogo” spingono a una sintesi prodotta dalle forze favorevoli ad accordi col centrosinistra (forse meno in campagna elettorale, necessariamente, ma certamente dopo sul piano istituzionale nel caso in cui la lista avesse eletti in parlamento) e peseranno anche nelle scelte delle candidature.
Per tutte queste ragioni le nostre compagne e i nostri compagni non hanno partecipato al voto sui quesiti proposti per il referendum on line.

2. Sinistra Critica si è impegnata nelle assemblee locali e anche nelle due assemblee nazionali nel dibattito sul progetto elettorale alternativo di Cambiare si può, riscontrando significative convergenze ed interlocuzioni politiche sulle sue proposte programmatiche e di metodo. Nelle assemblee dei prossimi giorni le nostre compagne e i nostri compagni interverranno per spiegare che, mentre nel processo partecipativo che l’appello Cambiare si può aveva innescato stavano profilandosi le condizioni per un nostro impegno nelle liste, il nuovo progetto di Ingroia e dei partiti che lo sostengono ha preso il sopravvento, determinando altri equilibri e profili politici da noi non condivisibili: per questo Sinistra Critica non sarà impegnata in questo progetto elettorale.
Porteremo anche nella discussione, come per altro già fatto nelle assemblee, la necessità della convergenza nella costruzione sul piano sociale di una “Agenda alternativa” al liberismo del centrosinistra, distinta dal “decalogo” di Ingroia, e distinta dai progetti elettorali in gestazione, capace cioè di operare prima e dopo le elezioni.
Va infine specificato che un’eventuale nostra indicazione di voto a favore della lista in gestazione sarà verificata sulla base delle liste e del profilo politico definitivo della coalizione arancione.
Il Coordinamento Nazionale di Sinistra Critica invita naturalmente le/i compagne/i dei circoli territoriali a non avanzare a nome di Sinistra Critica alcuna proposta di candidatura di compagne/i dell’organizzazione (e/o a nome della stessa) nelle liste di questo percorso elettorale.

3. Sinistra Critica non presenterà proprie liste alle elezioni, ritenendo che su questo terreno non esistano oggi le condizioni, né politiche né organizzative, per una presentazione autonoma né per una presenza anticapitalista più ampia efficace e nuova. Questa presenza va costruita più che mai sul piano delle lotte e dei movimenti sociali, affinché questi possano dare vita a una forte risposta sociale e politica alla violenza dell’attacco della classe dominante.

mercoledì 19 dicembre 2012

Si può (ancora) cambiare….


Un’occasione da non perdere per costruire un’alternativa al centrosinistra

Comunicato dell’Esecutivo nazionale di Sinistra Critica

Migliaia di donne e uomini in tutt’Italia hanno nei giorni scorsi partecipato alle assemblee locali del progetto “Cambiare si può”, dando vita ad un’esperienza importante di discussione, di relazione e di proposta politica.

Queste assemblee hanno rappresentato un dato molto positivo per la partecipazione, per la discussione approfondita, per lo spirito unitario che le ha animate e per l’interesse e il consenso che hanno ricevuto (e sono stati recepiti) contenuti di radicale alternativa alle politiche liberiste, al cappio del debito, alla distruzione del bene pubblico. Contenuti di radicalità che si sono sempre accompagnati all’affermazione di una collocazione a sinistra e alternativa al centrosinistra. Un percorso che parte dal basso e vuole fare a meno di leader, di schemi predefiniti, di una politica ormai vecchia e assolutamente distante dai bisogni, dalle speranze e dalle passioni di lavoratrici e lavoratori (precari e non), disoccupate/i, pensionate/i, giovani.

Questo percorso rappresenta una grande occasione che rischia di non essere sfruttata, anzi, di essere sacrificata sull’altare delle alleanze politiche verticistiche.

mercoledì 5 dicembre 2012

Perché non ci interessano le primarie in Lombardia

Il meccanismo delle primarie non c’è mai piaciuto.

Rappresentano l’estremo grado di spettacolarizzazione della politica, tutto giocato sulla personalizzazione dello scontro tra candidati, più fittizio che reale, a beneficio del cittadino trasformato in “spettatore-votante”, come nei peggiori reality-show.

Una pantomima televisiva per oscurare la sostanziale omogeneità di contenuti, dal momento che le “ricette” proposte da tutti gli attori in gioco sono le stesse che ci hanno somministrato il centrosinistra di Prodi e il centrodestra di Berlusconi e che trovano nel governo di massacro sociale di Monti la loro massima espressione.

I risultati sono noti: secondo la stessa Banca d’Italia, per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5 per cento.

Dispiace vedere che in Lombardia, in vista delle elezioni regionali, alcune forze politiche che pure si oppongono nazionalmente ad accordi col Pd, si prestino a una copertura a sinistra al medesimo “gioco degli specchi”, appoggiando una candidatura pur dignitosa come quella di Andrea Di Stefano.

La candidatura ufficiale del perbenista, cattolico e moderato Umberto Ambrosoli non è che una conferma di quanto sia illusorio pensare di poter “riformare” e condizionare il “centrosinistra” o credere in un “ravvedimento” del Partito democratico.

Ambrosoli, e in particolare la sua lista, rappresenta in Lombardia quel potere finanziario, quell'1% contro cui giustamente ci si scaglia in tutto il mondo, perché tra le cause principali della crisi capitalistica e agente fondamentale per farla pagare al 99%.

Parliamo dei Mazzotta, dei Bassetti e persino degli amici della Compagnia delle opere! Ci rendiamo conto? E' come portare gli operai Fiat che a Mirafiori hanno votato No a Marchionne a votare il candidato sindaco espressione di Marchionne, Piero Fassino, proprio con analoga procedura.

Né l’alternativa può essere rappresentata dalla protesta grillina, che pur facendosi portavoce di una condivisibile critica “antisistema”, è estremamente vaga e ambigua sul piano dei contenuti propositivi.

Anche in Lombardia esiste un’ampia area di persone che non si riconoscono nei due “poli” che hanno governato negli ultimi vent’anni e che non sono più disposte a subire la logica del “meno peggio”.
Così come a livello nazionale è necessario costruire un’alternativa alle politiche dell’attuale governo, in Lombardia occorre costruire un’alternativa vera al “formigonismo”.

E’ un’alternativa che per noi vive nei comitati contro la realizzazione delle grandi opere autostradali, Tem, Pedemontana e Brebremi, per un diversa idea di mobilità fondata sul trasporto pubblico e sulla ciclabilità, e nei comitati contro le speculazioni dell’Expo 2015.

Che vive nella battaglia delle lavoratrici dell’Ospedale San Raffaele e in generale nelle lotte di coloro che vogliono difendere la sanità pubblica e accessibile a tutti, contro il modello affaristico e clientelare delle reti di potere formigoniane.

Che vive nelle lotte degli studenti e delle studentesse, nelle resistenze in difesa dei servizi pubblici locali, di cui il referendum sull’acqua ha segnato un punto importante ma non definitivo.

Tutto ciò è incompatibile con la ricerca di un compromesso con il Partito Democratico, che in Lombardia sì è particolarmente distinto per la debolezza dell’opposizione al blocco di potere formigoniano e leghista.

Forse perché i soggetti e le forze che il Pd rappresenta, con quel blocco di potere spartiscono ottimi affari!

A livello nazionale, guardiamo con interesse all’appello lanciato dal cartello “Cambiare si può” al teatro Vittoria di Roma, pur sapendo che ci sono ancora importanti nodi politici da sciogliere affinché possa diventare uno strumento veramente utile.

Ci spiace constatare, lo ripetiamo, che alcune delle forze politiche nazionali che in tale appello si riconoscono, in Lombardia fanno scelte diverse, riproponendo la logica del compromesso al ribasso con il centrosinistra.

Per quanto ci riguarda, le primarie lombarde non ci interessano, perché nulla hanno a che fare con il progetto di alternativa di cui c’è veramente bisogno.