lunedì 26 settembre 2011

Seminario nazionale 2011 di Sinistra Critica

Registrazione video della plenaria che si è svolta venerdì 16 settembre 2011
I MOVIMENTI SOCIALI TRA CRISI E SOGGETTIVITA'

Interventi di:
03:16 - Miguel Romero (Izquierda Anticapitalista, Spagna)
44:40 - Antonella Clare Vitiello (Atenei in Rivolta)
51:25 - Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile - FIOM)
1:17:34 - Emiliano Viti
1:30:24 - Fabiola Correale
1:44:56 - Gigi malabarba
Modera: Felice Mometti



Registrazione video della plenaria che si è svolta sabato 17 settembre 2011
"IL VOSTRO DEBITO NON LO PAGHIAMO:
La crisi, le politiche europee e le risposte necessarie"


Interventi di:
01:38 Eric Toussaint (CADTM, Belgio)
58:52 Paolo Carsetti (comitato "2 Sì per l'Acqua Bene Comune")
1:13:20 Andrea Fioretti (Coordinamento Lavoratori Autoconvocati)
1:24:14 Enrico Lancerotto (Atenei in Rivolta)
1:33:40 Flavia D'angeli (portavoce Sinistra Critica)

domenica 25 settembre 2011

incontro pubblico sul “Capitalismo tossico”

Martedì 11 ottobre ore 21
Centro Scaldasole
via Scaldasole, Milano (Tram 3, 9 - bus 94)

Presentazione del libro “Capitalismo tossico” e incontro pubblico con l'autore Danilo Corradi e l'economista Andrea Fumagalli


I “titoli tossici”, alla base dell’esplosione della crisi economica internazionale, sono solo la punta dell’iceberg di un capitalismo malato. Andando oltre le interpretazioni prevalenti, che individuano in fattori superficiali e contingenti le cause della crisi, il libro di Bertorello e Corradi prova a riflettere sulle ragioni strutturali, proponendo una carrellata dei vari tentativi di uscita, rivelatisi inefficaci o controproducenti, messi in atto a livello globale, comprese le proposte neokeynesiane.

Consapevoli che la crisi del capitalismo non significa la sua morte, gli autori rovesciano l’idea secondo cui l’economia ha le sue leggi naturali, sottolineando la natura umana di questo sistema sociale, e quindi i soggetti che potrebbero trasformarlo, in primo luogo i lavoratori e le lavoratrici. Di fronte a crisi strutturali e cicliche occorre uscire dal capitalismo ma per farlo bisogna bloccare la progressiva messa in concorrenza di settori crescenti dell’umanità, superando l’idea della propensione del genere umano alla competizione per arrivare alla de-competitività del sistema, reinventando luoghi non privati, de-mercificati.


Vedi scheda del libro

lunedì 5 settembre 2011

Il loro debito non lo paghiamo. E' tempo di rivolta!


Governo e parlamento eseguono gli ordini ricevuti dalle banche, dalla Confindustria e dalle istituzioni europee: affrontare la crisi capitalistica imponendo un vero massacro sociale delle classi popolari.
La doppia manovra del 6 luglio e del 13 agosto estorce nel giro di 4 anni e in diverse forme 130 miliardi di euro ai lavoratori per trasferirli alle banche, ai padroni e speculatori.           Lo fa attraverso l’introduzione e l’aumento dei ticket sanitari, riducendo il valore delle pensioni e aumentando l’età pensionabile, taglieggiando i lavoratori pubblici e abolendo di fatto i contratti nazionali di lavoro nel privato, con gigantesche riduzioni della spesa pubblica nazionale e degli enti locali, col conseguente tracollo dei servizi e pubblici e con drastici tagli alle agevolazioni fiscali e assistenziali.

Tutto questo per pagare il debito dello stato. Ma è una truffa!  Questo debito è nato : 
  • dalle massicce riduzioni fiscali elargite alle classi ricche e dalla loro evasione fiscale;
  • dagli enormi finanziamenti dello stato per tenere in piedi le banche private.
Rigettiamo la manovra e rifiutiamo di riconoscere e di pagare un debito illegittimo, che non è stato fatto da noi, che serve a garantire le speculazioni dei potentati finanziari.

La manovra produrrà una crisi ancora più grave di sottoconsumo e alimenterà una recessione profonda dell’economia.
Devono pagare coloro che non hanno mai pagato: il grande capitale, le banche e le rendite, le nomenklature dei faccendieri e politicanti arricchitesi al loro servizio.

Bisogna imporre:
  • una patrimoniale sulle fortune accumulate nel tempo, la nazionalizzazione delle banche;
  • dopo decenni di stangate, una redistribuzione a favore delle classi lavoratrici, un reddito sociale per i senza lavoro, l’istituzione di un salario minimo di garanzia, la distribuzione del lavoro riducendo l’orario, un piano di servizi pubblici e di risanamento ambientale, la drastica riduzione delle spese militari, la rinuncia alle costosissime, inutili e dannose grandi opere come la TAV.

Occorre un grande schieramento di lotta che mobiliti tutti, che costruisca un rapporto di forza capace di bloccare la manovra affermando gli interessi e i bisogni della classe lavoratrice.
Lo sciopero del 6 settembre è stato convocato dalla CGIL dopo la firma del vergognoso patto sociale del 28 giugno, rendendo poco credibile la propria volontà di lotta. Lo sciopero contemporaneo dei sindacati di base è invece indetto giustamente contro la dittatura delle banche e dell’Unione europea. Occorre andare oltre questo primo momento di lotta, perchè non si possono ottenere risultati con la fermata di un solo giorno.
Bisogna continuare con una mobilitazione permanente dal basso che coinvolga insieme a lavoratori e lavoratrici, tutti i movimenti sociali che sono scesi in campo in questi mesi: dagli studenti alle donne, dai comitati ambientalisti alle associazioni per la difesa dei beni comuni.
Per vincere dobbiamo resistere un minuto di più dei padroni, con gli scioperi nei luoghi di lavoro, con lo ‘sciopero precario’ che coinvolga con il blocco dei flussi produttivi e informatici anche chi di solito non può scioperare, con le tende permanenti in piazza come gli ‘indignati’ spagnoli. 
Oggi è possibile dar vita a una mobilitazione che sfoci in una enorme manifestazione di massa a Roma il 15 ottobre, giornata che vedrà grandi iniziative di lotta in tutte le principali capitali europee.

Bisogna assediare i palazzi del potere fino alla cacciata di questo governo!